L' applicazione di un Piano di Conservazione Programmata e Preventiva
L' applicazione di un Piano di Conservazione Programmata e Preventiva UN APPROFONDIMENTO
Il progetto “Lo scrigno del Sacro Monte di Varese: Caso studio per la conservazione programmata dei Sacri Monti” ha previsto due azioni principali di cui: il Restauro conservativo della Cappella XIII e l’attuazione del Piano di Conservazione Programmata Preventiva (PCPP).
Il Piano di Conservazione Programmata e Preventiva, elaborato a conclusione della prima fase di analisi e indagini preliminari del progetto, si presenta come un documento all’interno del quale sono stati riportati tutti gli interventi di manutenzione con lo scopo di portarli a termine adeguatamente.  
Le azioni manutentive hanno interessato: il selciato, i muretti e le copertine che delimitano il viale, la potatura delle piante, l’eliminazione di piante infestanti, la pulitura dei pluviali ed il controllo delle coperture. Inoltre, all’interno di questo piano conservativo e preventivo, anche le cappelle sono state oggetto di un intervento che ha riguardato tanto le superfici interne, quanto quelle esterne.
Da un punto di vista esterno sono state eliminate tutte le piante infestanti, che avevano rovinato le superfici degli ambienti con la loro patina biologica, sono stati poi puliti vetri, pavimenti e revisionato l’impianto elettrico. Le statue delle prime quattro cappelle sono state pulite a secco e sottoposte ad un restauro delle parti distaccate, con una loro ricollocazione.
La cappella numero VI ha visto un restauro della sua croce sommitale, così come la cappella XIV è stata oggetto di un intervento conservativo mirato: rimarginare un dissesto strutturale verificatosi in corrispondenza del basamento di una colonna del portico. Questo ha portato con sé una serie di indagini strutturali, volte a creare delle sottofondazioni ed iniettare consolidanti con boiacca di calcestruzzo pozzolanico per consolidare il terreno. Sono state oltremodo inserite delle barre Inox filettate TP 30X4 e calcestruzzo pozzolanico. L’operazione si è infine conclusa rinterrando il tutto col materiale esistente.

Per quanto riguarda il restauro conservativo della XIII cappella, la sua conclusione ha permesso di indagare quali siano state le differenze in opera rispetto a quanto fosse stato deciso a livello progettuale. Oltre agli interventi riguardanti le superfici interne, esterne e statue policrome, sono emerse alcune differenze in corso d’opera:
  • Danni nel sottotetto: nel corso delle indagini non erano stati evidenziati particolari danni alla struttura, poi emersi una volta scoperchiata la cappella. Alcuni travetti risultavano estremamente danneggiati e per questo restaurati, con l’integrazione di parti mancanti ove necessario.
  • La balaustra a coronamento del portico: l’intervento sulle coperture ha permesso un’analisi più accurata della balaustra, facendo emergere come l’ancoraggio delle colonnine fosse precario, a causa delle malte corrose e dilavate. Si è quindi prontamente intervenuti consolidandole.
  • Porticina e ingresso alla cappella: un intervento specifico ha interessato il ciclo figurativo delle superfici.
  • Statue policrome: lo studio di queste ultime non ha riguardato il livello superficiale, bensì studiato un intervento mirato e specifico tenendo conto di un’abbandonante nevicata avvenuta negli anni Novanta, che ha portato allo stato di degrado di numerose statue. La conoscenza di questo evento ha permesso di individuare un intervento ottimale e adeguato per il ripristino delle stesse.


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